Job Club il modo nuovo di trovare lavoro

Ieri sono stato invitato a tenere una lezione  per il progetto Job Club e devo dire che ho scoperto una realtà molto interessante.

Un Job Club è un gruppo di persone che si aiutano a vicenda a trovare un lavoro.

Il gruppo si ritrova per prepararsi e supportarsi nella fase attiva della ricerca e lo fa seguendo un programma dettagliato di 10 incontri.

Job Club nasce da un’iniziativa di Nicola Giaconi  Psicologo e Career Coache e Riccardo Maggiolo Giornalista professionista, autore ed esperto in comunicazione.

Il programma prevede lezioni con ospiti professionisti, motivo per cui sono stato coinvolto.

Di questo progetto ho apprezzato l’attenzione posta nel consapevolizzare la persona nel costruire un progetto lavorativo di senso.

All’incontro erano presenti persone di ogni età in cerca di lavoro accompagnate da un Mentor .

Con il mio intervento ho voluto rafforzare in loro alcuni punti chiave per la realizzazione in ambito professionale :

  • l’equilibrio della propria soddisfazione in ogni ambito di vita come strumento per focalizzare l’obbiettivo
  • le sfide verso se stessi come un continuo gioco di apprendimento per fare la prestazione
  • l’impegno sociale come strategia per l’inserimento lavorativo

Consiglio questo percorso a quanti vogliono comprendere quale sia la strada giusta da intraprendere  per le loro competenze specifiche e come fare per realizzarla.

Vedo persone più consapevoli  che  ” volantinare” il proprio curriculum non ha alcun valore.

Per trovare lavoro occorre fermarsi e creare un progetto per la costruzione della propria  soddisfazione personale e professionale.

La nascita di realtà come Job Club  ne è la dimostrazione.

 

 

 

Caro Attilio

Caro Attilio,

ti scrivo per offrirti qualche suggestione sulla situazione che i cittadini della tua regione stanno vivendo.

Ti scrivo e sarò morbido perché nonostante il dolore per i molti deceduti l’intento non è quello di screditarti come temi in questo momento come ho compreso dalla conferenza stampa di ieri.

L’intento è quello di offrirti un punto di vista diverso da quello che probabilmente hai tu.

Molte azioni che la Regione ha compiuto in questo mese sono apparse confuse e disordinate e capisco che per te non sia facile reggere lo stress che deriva dalla responsabilità che hai addosso.

Le evidenze però ti hanno mostrato che puoi contare su una squadra di 10 milioni di cittadini pronti a privarsi della propria libertà per combattere un nemico comune ed è per questa squadra che devi provare a mostrarti all’altezza oppure mostrarti molto poco. Serve a dare sicurezza e solidità sociale ed è diventata una priorità concreta.

Perciò ti chiediamo di prestare maggiore attenzione alle comunicazioni che fai correlate alle responsabilità che ricopri e agli effetti sociali nonché economici delle tue dichiarazioni.

Recentemente ci hai fatto assistere al balletto dei decreti annunciati e firmati in pochi giorni sia dalla Regione che dallo Stato in un rimpallo di responsabilità che ha probabilmente allungato i tempi decisionali e di uscita da questa emergenza.

Ora i sindaci della Città Metropolitana e le svariate associazioni di medici in prima linea ti chiedono di fare più tamponi e ci sembra che sia in corso lo stesso balletto decisionale di responsabilità ma questa volta con ISS.

Consideri che come cittadini ci chiediamo perché a fronte di un video Facebook di un farmacista dal Giappone il suo collega Zaia in collaborazione con AIFA avvia subito una sperimentazione di un nuovo farmaco promettente e Lei non ascolta centinaia di voci accreditate che le chiedono di fare qualche tampone in più?

Perchè si maschera dietro al parere di un Dottore dell’OMS che però non risulta al momento avvallato dall’OMS stessa?

Se come racconta è un atto formale perché intanto non avvia l’aumento del numero dei tamponi?

Perché ci dice che la capacità regionale di screening dei tamponi è di 5000 al giorno, ma ne sono stati fatti solo 87.713 dall’inizio dell’epidemia?

Circola un appello firmato dai medici di base del 19 Marzo e dell’Ordine dei medici che dichiarano di poter velocizzare l’analisi dei tamponi, le è pervenuto?

In quell’appello non risulta che i medici le chiedano di fare tamponi di massa ma di farle al personale medico e a chi lavora a contatto con le persone come i cassieri dei supermercati.

Il suo collega Zaia ha fatto fare 79.759 tamponi e lei solo 87.713 con circa il doppio della popolazione, nella regione Veneto i casi positivi per tampone analizzato sono il 9% mentre il lombardia il 40%.

In virtù delle proporzioni perché non si sente abilitato nei prossimi giorni:

  • a farne almeno 40 mila in più del Veneto in base al confronto fra i residenti regionali

  • a farne 4 volte di più per normalizzare i casi positivi per tampone effettuato rilevati in Veneto

Non risulta che il suo collega Zaia abbia avuto poteri speciali dall’ISS ma che abbia agito in autonomia, perché lei no?

Dopo aver negato l’importanza dell’aumento del numero dei tamponi perché in risposta ad un domanda di una giornalista ci racconta che da lunedì, 4 giorni fa, la regione ha aumentato il numero dei tamponi?

Perché ci dice che non può aumentare i tamponi fino a che ISS non lo chiede e poi ci comunica che da 4 giorni lo state facendo?

Come fa a non correlare questa informazione con l’aumento dei dati dei contagiati?

Attilio,

la storia ci sarà giudice, le chiedo di tornare sulla nave, prendere il timone in mano, sentirsi leader e prendersi le sue responsabilità per evitare una strage nella sua regione di cui un domani vorremo trovare delle responsabilità e delle mancanze di decisioni chiave nelle catene di comando di questi giorni.

Nel mio piccolo le faccio una proposta nel modo di raccontare i dati, ormai rito quotidiano di molti di noi.

Innanzitutto ci dica l’aumento di contagiati totali e non l’aumento di contagiati tolti i guariti e i deceduti.

Il dato sui totali è più pulito e mostra maggiormente l’impegno di milioni di cittadini chiusi in casa da settimane.

Mostri l’aumento dei tamponi eseguiti per premiare i nostri istituti di ricerca.

Mostri la riduzione percentuale dei contagiati per dare speranza ai nostri sacrifici.

Mostri l’aumento dei posti di terapia intensiva per premiare gli sforzi della nostra protezione civile e dei nostri ingegneri.

Mostri l’aumento dei guariti quotidiano per premiare gli sforzi dei nostri medici.

Mostri l’aumento dei camici confezionati per premiare il nostro tessile.

Mostri l’aumento delle mascherine per premiare la nostra capacità produttiva.

Mostri l’aumento delle donazioni fatte per premiare la nostra capacità di essere solidali.

Raccontare bene gli sforzi delle azioni implementate in azienda è la mia passione, in questa pandemia vuole essere il mio gratuito contributo.

Spero le pervenga la mia missiva ed in ogni caso le auguro e ci auguro il meglio,

Cordiali Saluti,

Andrea Volsa

Cominciare a crederci

Nella realizzazione di un sogno arriva il momento in cui la determinante alla realizzazione non è più l’dea progettuale, ma il crederci ed essere determinati.

Prendo spunto da un gruppo di miei studenti di Found Reasing che alla fine del corso hanno scelto di portare a termine il progetto creato come caso studio nella vita reale.

Ognuno di loro aveva delle competenze specifiche, parliamo di due laureati in Giurisprudenza, un Master di Gestione d’imprese, una Master in Comunicazione , una blogger giornalista e una grafica.

Un Team perfetto per sognare di creare un gruppo di consulenza di ricerca fondi e progettazione bandi.

Hanno portato a termine la costruzione del primo bando , hanno creato una grafica accattivante e  sono stati in una fiera di settore dove hanno trovato i partner sponsor.

Questo è quello che intendo per crederci, ora però dovranno essere determinati nel continuare a crederci e nel lavorare duramente agli step successivi.

La stessa esperienza, con basi diverse,  è quella che è stata per me e i miei soci il progettare Cascinet.

Abbiamo portato a casa tanti risultati,  l’ultima vittoria del progetto e dimostrazione che non bisogna mai smettere di crederci è di lavorare sodo è stata la vincita del bando Culturability .

 

Community Participation in Planning

Per Community Participation in Planning si intende il coinvolgere le comunità nel processo decisionale per l’adeguamento del territorio o degli spazi urbani in cui tali comunità risiedono, operano e lavorano.

Si tratta di un modello interessante che in Italia è ancora poco utilizzato rispetto ai paesi del nord europa.

E’ molto semplice spiegarne il concetto e l’utilità.

Guardatevi intorno, vedete quei  sentieri formatisi dal passaggio delle persone sull’erba vicino al marciapiede?

Significa che l’urbanista non è stato in grado di mettere il suo disegno a servizio della comunità, richiedendo invece alla comunità di piegarsi al suo progetto.

Coinvolgere parte della comunità prima della realizzazione di un’opera mette l’urbanistica a servizio delle persone e non il contrario.

Come esponente di CasciNet  sono stato invitato dal Politecnico di Milano ad un progetto di scambio di buone pratiche in Europa in relazione sia al progetto per la riqualifica di Cascina Sant’Ambrogio, che per la promozione e l’avvio del Grande Parco Forlanini.

Durante tre semestri ci siamo confrontati con l’Università di Aveiro in Portogallo e la Ulster University di Belfast, i loro docenti, i loro studenti e le loro comunità di cittadini intorno alla riqualifica degli spazi e di tre fiumi siti nelle città aderenti il progetto.

A Milano il fiume analizzato è stato il Lambro, per approfondire quanto fatto è stata creata la pagina Facebook  Milano intorno al Lambro.

Ringrazio a titolo personale e a nome di CasciNet  la Professoressa Grazia Concilio e tutto il suo staff  e gli staff incontrati in Europa per l’enorme opportunità offertaci e per il grande bagaglio di competenze che abbiamo riportato nella nostra amata città.

Ci auguriamo tutti che queste competenze acquisite possano essere presto spese al servizio della città.

 

Come passare dal Bla Bla alla Comunicazione Efficace

Comunicare con chiarezza é importante in ogni ambito della nostra vita sia lavorativa che personale.

Pensiamo ingenuamente di essere in grado di comunicare correttamente e non ci rendiamo conto di quanto in realtà la nostra comunicazione sia lontana dall’essere efficace .

Quante volte abbiamo ascoltato discorsi interminabili di colleghi, capi, amici chiedendoci: dove vuole arrivare? Oppure distraendoci pensando a cosa comprare al supermercato per la cena.

Immaginate quindi un’azienda che voglia ristrutturarsi e rinnovarsi, come potrebbe raggiungere l’obbiettivo se chi  guida il cambiamento non è in grado di dare una comunicazione chiara e sintetica sulla direzione da seguire?

Avere delle ottime competenze tecniche senza basi di comunicazione non ci permette di raggiungere il risultato.

Per questo motivo propongo sempre un momento dedicato al tema della comunicazione in tutti i miei corsi, che si trasforma anche in un’occasione di gioco e di esperienza diretta.

Utilizzo  il gioco come metodo di insegnamento perchè  permette di raggiungere un grado di comprensione più alto e con facilità.

E’ possibile comunicare in maniera efficace utilizzando dei modelli molto semplici e modulati sul nostro interlocutore, ed imparando ad essere chiari e sintetici.

Il aula dimostro che, con gli strumenti giusti,  è possibile imparare a diventare ottimi comunicatori e sfruttare questa capacità in ogni ogni ambito,  ad un colloquio di lavoro, con il capo o con gli amici e famigliari ottenendo risultati mai provati.

Ma soprattutto imparando queste tecniche otterremo un cambiamento su noi stessi verso una maggiore consapevolezza dei nostri bisogni e su come ottenere i risultati desiderati.

ecco alcuni momenti di gioco durante il corso di Project Manager Assistant che ho tenuto  in questi giorni :

 

 

 

 

 

Ostacoli immaginari

Questa mattina parlavo con un partecipante ai miei corsi che sogna la realizzazione dei suoi progetti.

Ha chiarito il suo obiettivo, si è formato per completare le sue competenze ed ha costruito un prodotto valido.

Quindi sulla carta è pronto a partire.

Non manca nulla ma sente il desiderio inarrestabile di perfezionare il prodotto.

In realtà è semplicemente paralizzato dalla  paura di compiere il prossimo passo.

Esporre un prodotto o lanciarsi in nuove direzioni della vita per raggiungere il proprio personale obiettivo è difficile perché spesso vediamo barriere laddove non ce ne sono.

Siamo bravissimi a sabotare noi stessi incolpando qualunque cosa fuori dalla sfera del nostro controllo.

Creiamo fantasiosi ostacoli che sembrano insormontabili, spesso inconsapevolmente per paura di essere felici.

Ho capito cosi che spesso mi trovo a motivare le persone nel perseguire i propri desideri e ad accompagnarle nel superare i propri confini, confini che anch’io mi trovo a dover superare ogni giorno.

 

TIMWOOD – S come identificare gli sprechi di processo

Identificare gli sprechi di processo, sia che si tratti di produzione o di servizi alle imprese,  permette di aumentare i livelli di produttività, di efficienza e di profitto.

Ogni attività che si svolge in un business o è a valore aggiunto (VA) o non a valore aggiunto (NVA).

Quali sono le attività all’interno della vostra azienda che non aggiungono valore e prevedono un costo?

Sono state classificate sette categorie principali che comportano “rifiuti” di processo.

Per essere in grado di eliminarli o ridurli insieme con i costi ad essi associati, è necessario comprendere appieno ciò a cui corrisponde ogni spreco.

Il metodo  di analisi che propongo alle Aziende  per l’identificazione degli sprechi ha  come acronimo TIMWOOD, ovvero  :

T – Transport

I – Inventory

M – Movement

W – Waiting and Delay

O – Over Production

O – Over Processing

D – Defects

Nella mia personale visione aggiungo anche :

S – Skills

in quanto anche la mancanza di competenze genera sprechi e inefficienza.

Si tratta di un metodo sviluppato in Giappone,  il modello Toyota del kaizen, che ha individuato i sette tipi di sprechi : MUDA.

In Inghilterra per una questione mnemonica il modello ha preso l’acronimo TIMWOOD.

Fornisco consulenza alle aziende utilizzando questo modello che permette di andare dritti al cuore delle inefficenze (NVA) creando per le aziende risparmio e maggiore profitto.

Dal mio punto di vista, sempre attento alla sostenibilità, questo modello, portando alla riduzione degli sprechi, permette allo stesso tempo una maggiore attenzione al Green ed alle tematiche ambientali che sono per me motore e stimolo in ogni ambito.

Nulla di meglio dal mio punto di vista di creare profitto tramite la sostenibilità.

Innovazione sociale tra le “Macerie”

Macerie è un progetto nato per favorire l’attività artistica ed espositiva all’interno di siti storici d’importanza culturale in stato di abbandono.

Tramite il coinvolgimento di artisti locali ed internazionali, curatori e operatori del settore Macerie mira al ripristino e la riapertura dei siti utilizzati per le esposizioni.

L’idea alla base è quella di riqualificare spazi tramite l’arte e la cultura.

Il progetto è in linea con la mission di Cascinet hub per l’innovazione e la contaminazione sociale di cui sono Cofondatore e Program Manager.

Andrea Mineo, curatore del progetto Macerie, ci ha conosciuti  tramite la nostra partecipazione al bando Culturability dove siamo stati selezionati per la prima fase.

Mi ha contatto per conoscere meglio la nostra realtà e per raccontarla.

Ecco il link dell’articolo che ha scritto su Cascinet.

E’ sempre interessante e stimolante conoscere e scambiare idee con persone che come te cercano di fare della sostenibilità e dell’innovazione una missione di vita.